domenica 25 dicembre 2011

Buon Natale! ^ ^

Oggi è natale! ^___^
Anche se è un po' tardi vi faccio gli auguri!
Quest'anno il mio Natale è stato abbastanza semplice...
Sono stata con i miei parenti...e ci siamo divertiti tanto.
è un peccato che siccome sono 2 giorni che non dormo molto non riesco a fargli vedere quanto sono felice che siano qui, e quanto gli voglio bene! ^  ^
Quest'anno è venuta anche mia cugina da Modena! Lei è una persona adorabile...è dolce,simpatica e sorride sempre!
Questo è il primo Natale anche del mio cuginetto che è nato da poco...oggi non c'è ma l'ho visto ieri. Era tutto arzillo e sorridente...come se avesse capito che era la vigilia di Natale! Si vedeva proprio che era preso dall'atmosfera natalizia. Sapete...quella che porta la gente a sorridere ad abbracciarsi ecc...
Mi sono divertita tantissimo con il marito della cugina di Modena! è tipo buffissimo, che fa battute in continuazione e che se gli tiri fuori l'argomento Assassin Creed impazzisce totalmente e non la smette di parlare! (eheheheh) Su questo punto assomiglia molto a Gabriele! XD
Ah mi stavo dimenticando di raccontarvi della cosa più importante...
Ho ricevuto un regalo bellissimo giovedì! Bhe è un piccolo braccialetto di perline viola con dei ciondoli, ma non è solo questo che lo rende bello. Ciò che lo rende bellissimo è chi me lo ha regalato!! Lo terrò sempre con me! Un semplice bracciale è diventato la mia cosa più preziosa....è incredibile cosa può diventare un semplice regalo se lo si riceve da una persona importante!! ^___^
 Con questi pensieri felici vi lascio...
 (anche perchè mi sto perdendo la tombola! XD)

lunedì 19 dicembre 2011

Prisoner of Love

Stare sdraiata a sentire i battiti del cuore e chiedersi...
Perchè tu non riesci a sentirli?
Eppure ero sicura che se te l'avessi detto, tu avresti cominciato ad avvertirli...
Ma il mio orgoglio si è rivelato grande quanto il mio amore, e non mi ha concesso di farti capire quanto tengo a te.
Ho coperto tutto dietro a quel sorriso...

Sto sdraiata e penso...

Ero così sicura che il mio cuore sarebbe bastato per renderti felice?
Ho tenuto per così tanto tempo la maschera da ragazza spensierata che ti piaceva tanto, che ora lo sono diventata...se pensavo una cosa del genere...
Peccato...peccato che quella maschera non ti piace più come prima...

Guardo il soffitto, e comincio a pensare che forse c'è qualcosa di sbagliato in me...
Forse sono destinata a restare da sola...
Ma io ho paura...
Se ora fosti accanto a me ti griderei: "Non mi abbandonare!"
Già...
Perchè ormai solo quando sto con te non mi sento sola...

Chiudo gli occhi...
Perchè non mi parli?
Hai paura? Sei agitato?
Ma non devi agitarti...
Io ho bisogno delle tue parole.
Oramai il mio umore e le mie emozioni dipendono da quello che dici...da quello che fai.
Anche se mi eviti o mi tratti male, io ti amerò lo stesso!
Non posso odiarti...
Non posso dirti addio...sarebbe troppo per me.
Non posso non vederti...io ormai dipendo dalle tue espressioni, dai tuoi sorrisi, dai tuoi atteggiamenti...

Piango...

Ti amo...mi dispiace non posso farci nulla.
Mi dispiace di essere così egoista e piagnucolona, ma ti amo più di chiunque altro!
Perciò... Perciò non mi abbandonare...
Voglio starti accanto...
Non mi interessa se è come amica o come fidanzata!
Ma per favore fammi stare accanto a te...fammi sperare in un tuo sorriso!
Fammi vedere la tua felicità...perchè anche io sarò felice se lo sei tu.

Apro gli occhi...
Non importa quel che mi dirai ora...
A dire il vero, ho sempre saputo la risposta che mi darai...l'ho saputa dai tuoi occhi.
Sono trste?
Si un po'...ma continuo ad amarti...
Ora sò, però...
Ora sò cosa devo fare...
Ora sò che non posso arrendermi...
Che farò di tutto per cambiare quel tuo sguardo, per far mio quel tuo sorriso, per poter riscaldarmi accanto a te.
 Non mi arrendo...

venerdì 28 ottobre 2011

Paura e solitudine


Da quando ho fatto il fatidico incidente (dove sono stata presa in piena faccia da un furgone che andava a 300 km\h), ho cominciato ad avere paura di tutto e di tutti (anche se non lo faccio notare molto, credo).
Ho paura ad attraversare la strada... Sono così terrorizzata, che mi preoccupo anche per gli altri, non solo per i miei amici ma anche per gli estranei... Come l'altro giorno che Giulia stava per attraversare e gli è passato accanto un pullman, ero così spaventata che ho sentito un colpo al cuore e ho urlato come se fossi isterica...

Ho paura dei camion, dei furgoni, dei pullman, degli autobus e di tutti i mezzi che sono, anche se di poco, più grandi di una macchina.

Ho paura della mia gelosia per Giulia. La mia stupida gelosia...
Ho paura degli uomini...che mi fanno provare sentimenti così brutti per una persona a cui voglio bene... Li odio...perché trovo orribile come si divertono a giocare con i sentimenti altrui.

Ho paura di perdere le persone che amo... Ho paura di quel vuoto che sento quando ci salutiamo.
Ho paura della solitudine... Odio stare da sola. Vorrei che ci fosse sempre qualcuno accanto a me, che mi sorride, che mi parla, che mi abbraccia. Odio la solitudine! A volte anche quando sono con i miei amici, sento un vuoto dentro lo stomaco...come se intorno a me non c'è nessuno... In quei momenti vorrei piangere. Non ho mai parlato di questo ai ragazzi, perché penso che ci rimarrebbero male...

Sto passando un brutto periodo spero che con il tempo passi.

venerdì 9 settembre 2011

Arigato amici!!

Quest'anno faccio la terza superiore del liceo Artistico...perciò la mia clase si dovrà dividere per prendere ognuno il ramo di  specializzazione che abbiamo scelto.
Domani mattina ci sarà lo smistamento delle terze e io sono davvero triste perchè dovrò lasciare alcuni amici mooolto importanti per me!
Sono degli amici molto importanti perchè mi hanno aiutato molto durante questi anni, loro ci sono sempre stati quando ero triste, e mi hanno sempre tirato su con le loro battute!

Ma siccome sono sicura che domani non riuscirò a dirglila frase che mi tengo dentro da 2 anni...
Cerco di dirglielo con questa canzone...


Questa canzone di Rin si intitola "Clover". Len sta per lasciare la scuola per poi partire (credo! XD), e Rin vuole ringraziarlo per tutto quello che ha fatto per lei!
Il video non mi appertiene io l'avevo sottotitolato, ma siccome è molto pesante vi carico quello di You Tube da cui ho preso ispirazione per la traduzione!

Grazie ragzzi vi voglio bene!!!!!!

domenica 4 settembre 2011

Caro Papà, ti dedico "Kokoro"

Oggi è il 4 settembre, ed è il compleanno del mio papà!
TANTI AUGURI!!

Lui non è molto d'accordo sulla mia passione per gli anime e i manga... A volte ci troviamo a discutere su questo, anche se di recente direi che abbia rinunciato a farmi cambiare idea.
Al contrario andiamo molto d'accordo sull'argomento "Photoshop"... Mi da degli ottimi consigli, anche se vorrei che mi insegnasse tutto quello che sa!
Ma torniamo all'argomento principale di questo post...
Come quasi tutti gli Otaku ascolto musica giapponese, e adoro i Vocaloid soprattutto Rin.
Papà mi prende spesso in giro su questo argomento, anche perchè lui è un vero appassionato di musica.
E oggi, per il suo compleanno gli voglio dedicare proprio una canzone di Rin...
La canzone che gli dedico si intitola "Kokoro" che significa cuore. Ho scelto questa canzone perchè penso che possa esprimere perfettamente tutto il bene che gli voglio!



Il video non è mio, io l'ho solo tradotto.

Ci sono molte versioni di questa storia, io vi riporto solo quella che secondo me è la più bella:
La storia parla di una ragazza che morì molto giovane, e il padre essendo uno scenziato ne creò una copia robot.
Ma, anche se tutto sembrava funzionare e quel poco che dimostrava poteva essere definito solo un miracolo, mancava qualcosa e quello era il cuore.
Lo scienziato lavorò fino alla fine della sua vita per donare al robot quel che aveva sempre desiderato.
Ma quando il robot riuscì a provare emozioni, iniziò a capire cos'erano le cose felici e quelle tristi.
E riuscì a vedere il suo passato.
Restando sola il robot iniziò a deprimersi, e arrivando al limite morì, ma non morì triste... Morì con il sorriso sulle labbra perchè sapeva che anche se avrebbe lasciato quella terra, avrebbe ritrovato qualcosa di più prezioso...il suo papà.

Spero vi piaccia, ma soprattutto spero che piaccia a Papà!

domenica 28 agosto 2011

Io e il mare

L'altro giorno sono andata al mare con alcuni dei miei amici d'infanzia. Siamo andati in un posto sperduto di Cerveteri, così sperduto che per arrivarci abbiamo dovuto portarci le bici e fare un pezzo a piedi...
Ora chiariamo subito una cosina...io non amo andare in bici. So andarci, ma non è il mio mezzo preferito!
Comunque ne è valsa la pena...
Quando finalmente siamo arrivati, (vi giuro!) non sembrava di essere a Roma! Sembrava di trovarsi a una di quelle bellissime spiagge della Sardegna, con il mare freddo e limpidissimo, pieno di scogli e pesci e cozze e patelle. Insomma un paradiso marino!
Siamo stati sempre in acqua...a giocare, a raccogliere cozze ecc... Ci siamo divertiti da pazzi! Ma la cosa che mi rimarrà  più impressa è l'aver imparato a pulire le cozze... Devo dire che era molto divertente!
Inoltre quel giorno ho appreso la bellezza del legame tra fratelli! Il modo in cui si sostengono l'un l'altro; come riescono a dirsi tutto e niente allo stesso tempo, gli basta uno sguardo... A volte un fratello, grande o piccolo che sia, può capire ciò che provi molto meglio dei tuoi genitori. Ho capito anche, che anche una fratellanza "non sanguigna" può essere altrettanto bella...a volte anche di più! Però io con "non sanguigna" non comprendo solo il legame tra 2 fratelli di cui uno è stato adottato o affidato... Io comprendo anche il legame tra 2 persone così amiche da ritenersi uniti come fratelli! Questo è un legame bellissimo che ho provo di persona... Infatti c'è un mio amico, Valerio, che si ritiene il mio "Fratellone"; o meglio sono che lo ritengo tale, lui per di più me lo fa capire con i gesti. Una cosa divertente che capita spesso, è che quando ci vediamo lo chiamo "Onii-chan!" e lui mi guarda con  espressione interrogativa!
Comunque, tornando all'argomento mare...
Abbiamo deciso di rimanere là fino al tramonto! È stato fantastico! Ho visto molti tramonti sul mare, ma questo...era diverso... Sono rimasta affascinata da quella palla sopra che si tuffava nel mare, e da quei piccoli raggi che tingevano il cielo di rosa, rosso e viola...
Non dimenticherò mai quel tramonto e quella giornata così unica...spero che questo ricordo mi accompagni per sempre...

domenica 14 agosto 2011

L'amore dell'uomo

Scrivo questo post per diversi motivi... Di recente penso spesso a cosa sente un uomo quando è innamorato. Così ho deciso di citarvi un pezzo del "La casa degli spiriti" di Isabel Allende, che tratta proprio questo tema...

La notte era chiara e stellata, sentivo il freddo trafiggermi le ossa, intirizzirmi le mani infilarsi nella mia anima. Andavo avanti pensando a Rosa e desiderando con veemenza irrazionale che la sua morte non fosse vera, chiedendo al cielo che fosse tutto un errore o che, rianimata dalla forza del mio amore, recuperasse la vita e si alzasse dal suo letto di morte come Lazzaro. Avanzavo piangendo dentro, immerso nella mia pena e nel gelo della notte, sputando bestemmie contro il mulo che andava così piano, contro Férula portatrice di disgrazie, contro Rosa per essere morta, e contro Dio per averlo permesso, finchè l'orizzonte non cominnciò a schiarirsi e vidi scomparire le stelle e sorgere i primi colori dell'alba, che tingevano di rosso e di arancione il paesaggio del Nord e, con la luce, mi tornò un po' di buon senso.
Comincia a rassegnarmi alla mia disgrazia e a chiedere, non più che resuscitasse, bensì solamente che io ce la facesi ad arrivare in tempo per vederla prima che la seppellissero. [...]
Viaggiai più di trenta ore senza fermarmi neppure per mangiare, dimentico perfino della sete, ma riuscii ad arrivare a casa della famiglia del Valle prima del funerale. Dicono che entrai in casa coperto di polvere, senza cappello, sporco e con la barba lunga, assetato e furioso, chiedendo a grida della mia fidanzata. La piccola Clara, mi corse incontro quando entrai nel cortile, mi prese per mano e mi condusse in silenzio nella sala da pranzo. Lì tra bianche nuvole di raso bianco nella sua bianca bara c'era Rosa, che al terzo giorno dalla morte si era conservata intatta ed era mille volte più bella di come la ricordavo, perchè Rosa nella morte si era sottilmente trasformata nella sirena che era sempre stata in segreto.
-Maledizione! L'ho perduta!- dicono che dissi, gridai, cadendo in ginocchio al suo lato, scandalizzando i congiunti, perchè nussuno poteva comprendere la mia frustazione di avere trascorso due anni a scavare la terra per diventare ricco, con l'unico proposito di condurre un giorno all'altare quella giovane che la morte mi aveva soffiato.
[...]
Dopo che furono chiusi i cancelli della tomba e i congiunti, gli amici e i becchini se ne furono andati, rimasi lì tra i fiori sfuggiti all'appetito di Barrababas e che avevano accompagnato Rosa al cimitero. [...]
Il cielo era grigio e minacciava pioggia, credo che facesse freddo, però non lo sentivo, perchè la rabbia stava consumandomi. Non potevo staccare gli occhi dal piccolo rettangolo di marmo dove avevano inciso il nome di Rosa, la bella, e le date che segnavano il limite del suo breve passaggio in questo mondo, a grandi caratteri gotici. Pensavo che avevo perduto due anni sognando Rosa, lavorando per Rosa, scrivendo a Rosa, desiderando Rosa e infine non avevo neppure la consolazione di essere seppellito vicino a lei. Pensai agli anni da vivere che mi rimanevano e pensai che senza di lei non valevano la pena, perchè non avrei trovato, in tutto l'universo, un'altra donna con i suoi capelli verdi, con la sua bellezza marina. Se mi avessero detto che sarei vissuto più di novant'anni, mi sarei sparato un colpo.
[...]
Fu una lunga notte, forse la più lunga della mia vita. La trascorsi seduto accanto alla tomba di Rosa, parlando con lei, accompagnandola nella prima parte del suo viaggio verso l'Aldilà, quando è più difficile staccarsi dalla terra e si ha bisogno dell'amore di chi rimane vivo, per andarsene almeno con la consolazione di aver seminato qualcosa nel cuore altrui. Ricordavo il suo viso perfetto e maledicevo la mia sorte. Rinfacciai a Rosa gli anni che avevo passato dentro un buco nella miniera, sognando di lei. Non le dissi che, in tutto quel tempo, non avevo più visto donne, all'infuori di qualche miserabile prostituta invecchiata e distrutta, che serviva metà dell'accampamento più per buona volontà che per merito. Le dissi invece che avevo vissuto tra uomini rudi e senza legge, mangiando ceci e bevendo acqua putrida, lontano dalla civiltà, pensando a lei notte e giorno, recando nell'animo la sua immagine come uno stendardo che mi dava la forza di continuar a picconare la montagna, anche se il filone si era perso, malato di stomaco per la maggior parte dell'anno, intirizzito dal freddo di notte, allucinato dal caldo di giorno, tutto ciò all'unico scopo di sposarmi con lei, ma lei se n'era andata ed era morta a tradimento, prima che io potessi portare a termine i miei sogni, lasciandomi un'inguaribile desolazione. Le dissi che si era presa gioco di me, l'accusai che non eravamo mai stati veramente soli, che l'avevo potuta baciare una volta sola. Avrei dovuto tessere l'amore con ricordi e desideri opprimenti, ma impossibili da soddisfare, con lettere arretrate e sbiadite che non potevano riflettere la passione dei miei sentimenti nè il dolore della sua assenza, perchè non ho facilità col genere epistolare e molto meno per scrivere le mie emozioni. Le dissi che quegli anni alla miniera erano una perdita irrimediabile, che, se io avessi saputo che sarebbe rimasta così poco in questo mondo, avrei rubato il denaro necessario per sposarmi con lei e costruire un palazzo arredato con i tesori del fondo del mare: coralli, perle, madrepore, dove l'avrei tenuta rinchiusa e dove io solo avrei potuto entrare. L'avrei amata  ininterrottamente per un tempo quasi infinito, perchè ero sicuro che se fosse stata con me, non avrebbe bevuto il veleno destinato a suo padre e sarebbe vissuta mille anni. Le parlai delle carezze che le avevo riserbato, i regali con i quali l'avrei sorpresa, il modo in cui l'avrei fatta innamorare e resa felice. Le dissi, insomma, tutte le follie che non le avrei mai detto se avesse potuto udirmi e che non ho mai ripetuto a nessun'altra donna.
Quella notte credetti di aver perso per sempre la capacità d'innamorarmi, che mai più avrei potuto ridere o inseguire un'illusione.

Ciò che ho riportato qua sopra mi ha fatto pensare molto...

venerdì 22 luglio 2011

Tanabata all'italiana


Il Tanabata Matsuri, anche conosciuta come Festa delle Stelle, è una leggenda romantica, ma allo stesso tempo molto triste come da tradizione Giapponese. Il 7 luglio è un giorno in cui si ricorda di un’ amore perduto e nel quale agli innamorati viene permesso di pensare solo a loro., insomma un momento per cui dedicarsi alla dolce metà.

Originariamente il Tanabata Matsuri nacque in Cina e solo in un secondo momento fu portato in Giappone. Tanabata indica la settima notte del settimo mese del calendario lunare quando, secondo la leggenda di origine cinese, i due amanti di cui parla la presente storia, Kengyû (il guardiano di mucche - la stella Altair) ed Orihime (la principessa che tesse - la stella Vega) possono incontrarsi, unico giorno nell'arco di un anno. Verso il IX - X secolo, presso la corte imperiale, si prese l’usanza di celebrare questa festa ed attorno al XIV secolo le dame di corte iniziarono a scrivere poemi e desideri augurali su strisce di carta colorata, ad appenderli ai rami dei bambù (pianta sacra nell’antichità giapponese) ed ad offrire il tutto a Vega.

La leggenda narra di due stelle che abitavano sulle sponde opposte del Fiume Celeste, Ama no gawa (la Via Lattea): Kengyu (Altair) e Shokujo (Vega). Shokujo era la figlia dell’Imperatore Celeste, la Fanciulla Tessitrice (Tanabatatsume) la quale creava stoffe meravigliose per vestire le divinità, lui era il Mandriano (Hikoboshi). Presi da folle passione amorosa, si dedicarono totalmente l’una all’altro, dimenticando ogni cosa e trascurando i loro doveri per lungo tempo: lei smise di tessere, lui lasciò che il suo toro diventasse pelle e ossa. Quando gli Dei protestarono perchè non avano più di che vestirsi, l’Imperatore, adirato, ordinò che i due innamorati tornassero a vivere separati, lui su una sponda e lei sull’altra del Fiume Celeste, concedendo loro un solo incontro all’anno, nella settima notte del settimo mese. Il Fiume Celeste è largo, impetuoso, privo di guadi e di ponti, impossibile da attraversare: così, quando giunge la notte attesa con ansia, stormi di gazze compassionevoli volano fino alla Via Lattea e formano un ponte con le ali aperte, affinché Tanabatatsume possa raggiungere ed incontrare il suo amato sulla sponda opposta. La lunga attesa si compie felicemente, quel desiderio di scambiarsi l’amore piu puro, alla fine viene esaudito.
Ancora oggi in Giappone il Tanabata Matsuri conserva intatto il suo incanto misterioso e romantico, come ogni festa tradizionale giapponese del resto. Le decorazioni principali della festa sono frondose canne di bambù sistemate ovunque nella città, per strada, davanti alle case, lungo le gronde dei tetti, sugli usci e nelle stanze. Esse vengono ornate di fogli di carta di cinque colori recanti poesie d'amore, di desiderio e di attesa. Poiché è credenza comune e molto diffusa che i desideri buoni e belli espressi in poesia nella notte di Tanabata siano destinati a compiersi entro tre anni, questa speciale notte è considerata notte di desideri e di speranza, specie per gli innamorati.

Così il 7 luglio io e delle mie amiche abbiamo deciso di festeggiare questa festa, a modo nostro!
Siamo andate tutte insieme a Villa Borghese, per cercare un bel albero all'ombra e dell'altezza giusta dove poterci sedere a scrivere i desideri, che poi avremmo legato ai suoi rami.
Ma per la stradina abbiamo trovato una piccola fontanella con l'acqua limpida limpida... Faceva un caldo tremendo anche se erano le 13 e così non abbiamo resistito alla tentazione di bagnarci in quell'acqua gelata!
Poi appena abbiamo trovato l'albero adatto ci siamo per terra a scrivere i nostri desideri sui biglietti che ci eravamo portati appresso. C'erano biglietti di ogni tipo...colorati, disegnati, piegati a barchetta o a metà  o a quadretti, con 2 buchi o uno solo...insomma di tutti i tipi! Appena finito li abbiamo appesi tutti sullo stesso ramo, ma in posti diversi...e abbiamo chiesto alle stelle Altair e Vega di esaudire i nostri desideri.
Inutile dire che ci siamo fatte un sacco di foto!